Pesca al Cefalo dalle dighe foranee
(di Raffaele Porzio)
Descrizione
Sono 15 anni che pratico la pesca al Cefalo con canne fisse da 7-8 m e da poco più di un anno ho imparato una nuova tecnica che forse riesce a dare più soddisfazioni di quelle tradizionali, soprattutto per la dimensione delle prede. Premetto che quando, circa un hanno fa, ho incontrato dei pescatori che la praticavano e che poi me l’hanno spiegata, rimasi sbalordito sia per le dimensioni delle prede che per la tecnica e le attrezzature usate. Queste sono contro ogni principio della classica pesca al Cefalo che pratico con successo ormai da anni. Tale tecnica la si potrebbe definire come: “canna fissa di buca”.
Dove e Quando
Il luogo ideale dove praticare questa pesca sono le scogliere artificiali di roccia nera, oppure di blocchi di cemento, situate a penisola o circondate completamente dal mare, poste a protezione di porticcioli, spiagge, ecc. A Torre del Greco (NA) dove abito c’è un bellissimo mare, ma le coste impoverite dalla cementificazione sono protette da questo tipo di scogliere artificiali ed è in questi posti che ho potuto sperimentare tale tecnica con bellissimi risultati. Non si pesca all’esterno della scogliera, come si potrebbe supporre, ma all’interno della scogliera artificiale tra i massi che la compongono. Una perlustrazione preventiva deve essere dedicata per lo più alla ricerca delle buche buone in cui poter calare il nostro amo e filo. Movendoci con cautela tra gli scogli bisogna cercare delle buche non troppo larghe, dove in pratica la nostra persona non può fare ombra sulla superficie dell’acqua per non allarmare il sospettoso Cefalo. Individuate un bel po’ di buche lungo tutta la scogliera, le sondiamo con un filo di lenza piombato con 10 g, ancora legato al rollino per verificare la profondità delle buche. Tra tutte le buche dobbiamo scegliere quelle che hanno una profondità maggiore di 3 mt. Anche altri ambienti rocciosi potrebbero risultare interessanti, anche se non ho testato tale tecnica in ambienti diversi, purché siano presenti buche con le stesse caratteristiche di quelle descritte. Le condizioni ideali per questo tipo di pesca sono il mare calmo o non troppo mosso (in caso di mare agitato i pesci sono di solito fuori dagli scogli, in mangianza). Per quanto riguarda l’ora in cui pescare, per andare a colpo sicuro bisogna consultare le tavole di marea. Conviene scegliere quei giorni in cui l’escursione tra alta e bassa marea è maggiore e bisogna pescare nelle ore in cui avviene il passaggio tra bassa ed alta marea. Inoltre se un intero pomeriggio non ha dato buoni frutti, bisogna avere la pazienza di attendere fino al tramonto perché è quello il momento in cui si possono avere belle sorprese.
Esche
Un qualsiasi tipo di pasta da esca è ottimo per questa tecnica. Anche la polpa di sarda, innescata a pezzi, è ottima.
Brumeggio
Qualsiasi tipo di pastura per il Cefalo è ottima, ma anche il solo pane duro ammollato con acqua di mare va bene e i risultati non saranno certamente da meno.
Attrezzatura
Canna
Una comune canna fissa telescopica, lunghezza da 1.5 mt. circa; se poco sensibile accessoriarla con un pistillo da apporre sull’estremità.
Monofilo
Uno spezzone con diametro Ø 0.40 – 0.45, il colore non è rilevante; tale diametro è giustificato dal fatto che il filo all’interno degli scogli si danneggia facilmente a causa delle asperità che incontra (si consiglia di cambiarlo ogni due d’ore con del filo nuovo).
Piombo
Per piombare la lenza si possono utilizzare i normali piombi a oliva compresi tra i 10 e i 20 grammi a secondo delle condizioni del mare (mare calmo 10 grammi, mare mosso 20 grammi).
Ami
Utilizzeremo ami di misura 0.1 (prima misura degli ami molto grandi, la taglia sale con l’aumentare dei decimali, es.0.1, 0.2, ecc.) a gambo lungo in acciaio con testa larga (capaci di infilzare il pesce anche al di fuori delle labbra).
Montatura
Dopo aver scelto le buche si può montare la canna con un unico spezzone di monofilo, senza bracciolo su cui attaccare l’amo, di lunghezza pari alla buca più profonda (di solito circa 4.5 mt), con il piombo montato al di sopra dell’amo ad una distanza di circa 10-15 cm da questo, fissato nella posizione con delle pinze.
Azione di pesca
L’azione di pesca comincia con la pasturazione delle zone di pesca. Se si sono trovate circa una decina di buche buone, conviene pasturare contemporaneamente a gruppi da 3-4 buche per volta vicine fra di loro, e pescare in ogni buca per circa un quarto d’ora per un tempo totale di 1.5-2 ore, dopo di che si può nuovamente pasturare in queste buche o si passa alle altre.
Una volta innescato l’amo con l’esca utilizzata, caliamo la canna nella buca. Ricordo che è necessario far scendere il filo fino in fondo alla buca in modo che il piombo tocchi il fondo. Quindi si pesca al tocco, cercando di avvertire i leggeri tocchettini del pesce che mangia l’esca, poiché difficilmente il Cefalo ingoia in un sol boccone amo ed esca, ma di solito succhia la pasta o la polpa della sarda presenti sull’amo. Dopo qualche tocco può succedere che il pesce si allami da solo e bisogna stare attenti a non farci cogliere di sorpresa dall’improvvisa reazione del pesce che potrebbe sfilarci la canna di mano. L’azione normale invece prevede che dopo qualche tocchetto del Cefalo si debba dare un bello strattone alla canna cercando di ferrare la preda. Una volta che il pesce è stato allamato, dobbiamo riporre la canna al nostro fianco sullo scoglio e recuperare la lenza con le mani, non troppo velocemente ma con decisione. Una volta che il pesce è fuori dall’acqua conviene spingerlo subito in un grosso secchio o in un retino.
Se la giornata è quella giusta, si possono tirare fuori da queste piccole buche pesci che vanno dai 500 grammi al kilo di peso, ma non sono rari i casi di vecchi Cefali di circa 2 kg che fuoriescono tra l’incredulità generale da questi fori come il genio esce dalla lampada di Aladino. Altre belle sorprese si hanno quando invece di un Cefalo sbuca dalla buca qualche pesce mazzone di belle dimensioni, un’Occhiata o un Sarago.