Pesca a bolentino
Descrizione
Con il termine di bolentino vengono chiamate una serie di tecniche che si praticano da una imbarcazione ed a una certa distanza dalla costa, utilizzando canna e mulinello. Queste tecniche puntano alla cattura di prede che comunemente non si avvicinano alla costa, oppure risultano di più facile cattura su fondali profondi ed, infine, ad insidiare specie costiere utilizzando un’imbarcazione.
Le tecniche a bolentino vengono distinte in 3 categorie principali:
– Bolentino costiero
– Bolentino di medio fondale
– Bolentino di profondità
Questa distinzione, viene data dalla profondità del fondale su cui si pratica e richiede attrezzature, esche e terminali diversi. A bolentino, come nella traina, l’imbarcazione condiziona pesantemente le tecniche di pesca utilizzabili e barche di piccolo cabotaggio impediscono la pratica di quelle tecniche che richiedono una certa distanza dalla costa per raggiungere il fondale adeguato. Nel bolentino costiero, invece, qualsiasi natante, in regola con le misure di sicurezza richieste dalla legge, può essere usato con successo e se avremo la fortuna di avere entro la distanza consentita alla nostra imbarcazione fondali più profondi, potremo applicare anche tecniche di bolentino di medio fondale. Il concetto di base di questa pesca è quello di calare sul fondo un terminale multiamo, innescato con esche adeguate ed attendere la mangiata del pesce a cui far seguire la ferrata ed il recupero della preda allamata. Apparentemente nulla di eccessivamente complicato. Ma, come ben sappiamo noi pescatori, ogni tecnica ha bisogno di piccoli accorgimenti, di piccoli trucchi e di difficili scelte che possono condizionare il risultato di una battuta di pesca e il bolentino non fa eccezione a questa regola! Inoltre, l’evolversi della tecnologia delle attrezzature da pesca, ha reso possibile praticare queste tecniche anche a profondità prima proibitive, arrivando anche a pescare su fondali che superano i 150 metri! Il bolentino, al pari della traina, può dare risultati molto appaganti se praticato nel modo giusto e nel posto giusto, facendoci catturare prede pregiate e di dimensioni, a volte, “fotografiche”!
Dove e quando
Il bolentino, come abbiamo già detto, si pratica da pochi metri dalla costa, fino agli alti fondali del mare aperto. Una superficie estesa immensa che a volte può disorientare il pescatore che non riesce a decidere su quali coordinate dirigere l’imbarcazione. Di solito il pescatore di bolentino meno esperto o il neofita, pesca a casaccio, provando un po’ qui e un po’ là senza un’idea precisa delle prede che si vogliono catturare e delle esche che più sono gradite a queste prede. Questo è un atteggiamento sbagliato e difficilmente porterà a risultati entusiasmanti. Come per le altre tecniche di pesca in mare, profondità, tipo di fondale, ora del giorno, condizioni meteo, sono di vitale importanza per tornare a casa con qualche pesce. Ma, mentre un pescatore di surf casting, deve dedurre le caratteristiche del luogo di pesca da un’indagine visiva esterna e basata sull’esperienza, il pescatore di bolentino ha due “aiutanti” validissimi: l’ecoscandaglio e la carta nautica. Questi insostituibili strumenti sono alla base di questo modo di pescare e un “bollentinista” che si rispetti deve avere in barca almeno una carta nautica della zona in cui deve pescare. Anzi, una battuta di pesca a bolentino viene prima studiata a tavolino, esaminando con attenzione la carta nautica della zona di mare interessata e cercando di individuare, in base alla stagione e alle prede che si vogliono insidiare, le poste migliori e progettare un percorso possibile tra i punti individuati, in modo che siano facilmente raggiungibili se la prima posta dovesse risultare poco redditizia. Una volta studiata la strategia, potremo andare per mare con degli obbiettivi ben precisi e non ci sarà bisogno di improvvisare o rischiare di non essere preparati adeguatamente alle prede e alle profondità che troveremo. Ma quali sono le poste migliori? E quali prede incontreremo?
L’individuazione della posta migliore e la preda che lo abita sono strettamente legate; vediamo di tracciare, in maniera generale rimandando successivamente la trattazione particolareggiata dei diversi ambienti marini, alcune corrispondenze tra morfologia del fondale e prede presenti.
Fondo roccioso
Sulle carte nautiche viene indicato con la lettera R ( r ) il fondale roccioso e con la lettera P ( p ) il fondale ghiaioso, sempre con la relativa linea battimetrica che ne indica la profondità. Se è presente ad una certa distanza dalla costa può indicare un fondale roccioso piatto, oppure se circondato da battimetriche più profonde può indicare un gradino di roccia o una secca. In questo caso ci troviamo di fronte ad una buona posta.
Questi fondali sono abitati con una certa frequenza da sparidi (Sarago maggiore, Faraone, Fasciato), da serranidi (Sciarrano, Cernia), da Scorfani rossi, Occhioni, Tanute, Murene, Gronghi, Donzelle, Tordi e altre prede minori. Sulle secche o sui gradini di roccia sono anche presenti Pagelli, pesce azzurro (Sgombri, Sugarelli, Palamite) e Boghe.
Fondo sabbioso
Sulla carta viene indicato con la lettera S ( s ) con la relativa linea battimetrica. Di solito il fondale sabbioso piatto non offre molto soprattutto a basse profondità. Su fondali profondi le cose vanno meglio e in determinati periodi può dare buone soddisfazioni.
Troveremo in questi ambienti Mormore, Triglie, Gallinelle, pesci piatti (Sogliole, Rombi, Passere, ecc.), Tracine. Su fondali profondi è possibile insidiare anche Pagelli, Razze, grossi Gronghi, squaliformi (Gattuccio).
Fondo fangoso
Sulla carta nautica sarà contrassegnato dal simbolo F ( f ) con la relativa linea battimetrica. Di solito è un fondale piatto e poco interessante a basse profondità, mentre risulta più allettante sui 70 – 100 mt.
Sono presenti Triglie di fango, Gallinelle, Gronghi, Pagelli, Merluzzi, pesci piatti.
Fondale a Poseidonia
Sulla carta nautica sarà contrassegnato dal simbolo A ( a ) con la relativa linea battimetrica. Di solito è un fondale piatto, ricoperto di alghe Poseidonia e poco profondo, sui 35 – 40 metri al massimo. Diventa una buona posta se sono presenti secche o zone di roccia.
Sono presenti soprattutto sparidi (Saraghi e Dentici), Occhiate e Boghe a mezz’acqua, pesce azzurro (Sugarelli e Sgombri).
Secche
Per secca si intende una zona di fondale roccioso più basso su un fondale profondo che può essere dei tre tipi visti precedentemente. Questa differenza di battimetriche crea una parete rocciosa che risulta essere il meglio per quanto riguarda il bolentino. Infatti in questo ambiente sono presenti sia le prede del basso fondale che quelle del medio fondale. Sulla carta possono essere identificate con una battimetrica chiusa, di forma circolare, che spicca per il suo basso valore. Se la secca è poco estesa viene indicata con un semplice valore numerico (indicante la profondità) senza la linea battimetrica. Va detto che non tutte le secche esistenti sono state mappate e individuare una secca non presente sulla carta è il sogno proibito di ogni pescatore a bolentino.
In questo paradiso possiamo catturare di tutto: sparidi (Sarago maggiore, Faraone, Fasciato e Pizzuto), serranidi (Sciarrano, Cernia), Scorfani rossi e neri, Occhioni, Tanute, Murene, Gronghi, Donzelle, Tordi e altre prede minori. Sono anche presenti Pagelli, pesce azzurro (Sgombri, Sugarelli, Palamite), Boghe, Occhiate, Aguglie e molti predatori come Spigole, Pesci Serra, Dentici, Ricciole, Tonnetti, ecc.
Relitti
Sulla carta sono indicati con diversi simboli particolari che precisano se il relitto è affiorante oppure a quale profondità si trova, ecc. Il simbolo può essere affiancato da un valore numerico che ne indica la profondità più vicina alla superficie. Chiaramente, questi relitti possono poggiare su diverse tipologie di fondale e l’accoppiata relitto – fondo roccioso è il massimo. Anche buone le situazioni relitto – fango.
Prediligono questo ambiente Cernie, Saraghi, Tanute, Sciarrani, Scorfani, grossi Gronghi e belle Murene di stazza, Occhioni, Pagelli, Dentici, Ricciole, Boghe, Occhiate, pesce azzurro, squaliformi e più raramente Pesce S. Pietro, Pesce Sciabola, Rana Pescatrice e altre prede “strane”.
Fosse
Sono praticamente il contrario delle secche. Indicano un avvallamento de fondale che crea un dislivello verso il basso anche considerevole. Sono indicate per il bolentino di profondità e devono essere abbastanza profonde, sui 120 – 150 metri. Di solito sono frequenti su fondali fangosi e sabbiosi. Sulla carta si identificano con linee battimetriche circolari con quote molto profonde in relazione a quelle del fondale circostante.
Sono presenti Cernie di fondale, grossi Scorfani, Gallinelle, grossi Gronghi, Pesce Sciabola, Rana Pescatrice, Merluzzi e Naselli.
L’ecoscandaglio è uno strumento che viene tenuto in barca e fornisce alcune informazioni sulla velocità della barca, la profondità e temperatura dell’acqua, oltre a fornire una rappresentazione grossolana del profilo del fondo e se ci sono branchi di pesci, o anche un singolo pesce molto grosso. A seconda della risoluzione dello strumento, queste informazioni possono essere più o meno precise ma restano comunque indicative a sufficienza per gli scopi del pescatore a bolentino. Quindi, una volta individuata una buona posta, potremo avere le mire per individuarla, oppure il punto nave se troppo distante dalla costa e con l’aiuto dell’ecoscandaglio, trovare con precisione la punta della secca o la parete profonda. Utilizzando questo sistema di preparazione della battuta di pesca, avremo veramente delle buonissime possibilità di realizzare ottimi carnieri e, soprattutto, con le prede che intendiamo catturare.
Attrezzatura
Come abbiamo già detto nella prima parte dell’articolo, il bolentino di distingue in tre categorie: costiero, medio fondale e profondo. Le attrezzature per ognuna di queste specialità deve essere diversa, partendo dall’imbarcazione fino ad arrivare alla minuteria. Le motivazioni sono chiare e sono legate alle diverse profondità da raggiungere, alla taglia delle prede insidiate, alle correnti, ecc. Vediamo di seguito di cosa bisogna munirsi per fare bolentino:
Imbarcazione
Descriviamo brevemente le caratteristiche che devono avere le imbarcazioni per poter praticare il bolentino in assoluta sicurezza e comodità, rimandandovi a siti più specifici di nautica per acquisire maggiori informazioni tecniche sui vari modelli disponibili sul mercato. Per il bolentino costiero può andare bene una qualsiasi imbarcazione, in regola con le leggi vigenti, dotata di un motore fuoribordo adeguato, oppure a remi se avete la fortuna di avere fondali di almeno 15-25 metri sufficientemente vicini alla costa. Anche se molti praticano questa specialità del bolentino con “gusci di noce” di 3-3,5 metri, l’imbarcazione ideale dovrebbe essere lunga almeno 4,5 metri ed essere dotata di plancetta di comando e di un sufficente spazio di poppa per non intralciare l’azione di pesca. Per le altre specialità è d’obbligo fornirsi di una barca capace di spingersi in mare aperto, dotata di doppia motorizzazione, con cabina di guida e pronta ad affrontare i repentini cambiamenti di tempo, visto che, in alcune zone, le poste migliori possono strovarsi anche a 10-15 miglia e oltre dal porto più vicino. Oltre alle dotazioni di sicurezza è indispensabile avere a bordo almeno un ecoscandaglio e un GPS (piccolo computer in grado di memorizzare punti nave e ritrovarli utilizzando il satellite). Per faticare di meno, sarà utile un salpaancora elettrico e un generatore a 12/24 volt che verrà utilizzato per alimentare i mulinelli elettrici o i salpabolentino, attrezzi indispensabili nel bolentino di profondità.
Canne
Come per le altre tecniche, anche nel bolentino la canna veste un ruolo di primaria importanza, se non di più. Se poi prendiamo in considerazione il bolentino di profondità, essa ha una valenza paragonabile alla traina d’altura ed essere dotati di un’attrezzo idoneo è fondamentale. Tra l’altro, servirebbe a poco utilizzare un “manico di scopa”, perchè un attrezzo troppo rigido non permette di avvertire le tocche dei pesci, diminuendo considerevolmente il divertimento. Quindi, per il bolentino costiero utilizzeremo canne telescopiche, sia in fibra che in carbonio, lunghe dai 2 ai 5 mt, ad azione ripartita o di punta. I passanti devono essere a doppio ponte con passafilo in pietra SIC ad alta resistenza che evitano il surriscaldamento del monofilo. Il portamulinello è meglio che sia a vite, robusto ed affidabile. Per quanto riguarda il cimino, oggi il mercato presenta diversi modelli con cimino intercambiabile che permette di poter utilizzare quello che meglio si adatta alla tecnica che stiamo adottando senza bisogno di affollare la barca con un considerevole numero di canne. Come potenza, possiamo mantenerci sugli 80/150 gr.
Per il bolentino di medio fondale (fino ai 100 mt.), dobbiamo dotarci di canne robuste, progettate apposta per questa tecnica. La lunghezza sarà compresa tra i 3 e i 4 metri, in modo da poter gestire la preda facilmente in presenza di finali lunghi (dai 2 ai 3 metri di lunghezza) oltre a riuscire a tenere lontano la lenza madre dall’imbarcazione, in caso di corrente forte che tende a portare la lenza sotto l’imbarcazione. Esse devono essere dotate di passafilo a doppio ponte o a carrucola ed essere molto resistenti. Per l’azione scegliamo una ripartita, con cimino in fibra e fusto in carbonio ad alto modulo, resistente ed elastico. D’obbligo il portamulinello a vite e un’impugnatura comoda sia pescando in piedi che seduti.
Un ulteriore aumento di prestazioni e di tecnologia è richiesta nel bolentino di profondità (oltre i 100 metri) dove sono d’obbligo canne adeguate e progettate per questa tecnica. Passanti a carrucola potenti e resistenti, fusto in carbonio ad alto modulo ed una lunghezza sui 3 metri sono le doti di un buon attrezzo per questa specialità. Completano il quadro un attacco a vite robusto, adatto a ricevere un mulinello elettrico adeguato.
Mulinelli
Se la canna è un elemento critico in questa pesca, il mulinello non è da meno. Infatti salpare le lenze da profondità di 70-100 metri, innumerevoli volte in una battuta, stanca chiunque. Quindi, attrezzi leggeri, funzionali con un buon rapporto di recupero ma anche affidabili e con una frizione adeguata alle prede più probabili. Sceglieremo per il bolentino costiero mulinelli a bobina fissa o rotante delle misure più grandi con capienze minime di 200 metri di monofilo. Per il medio fondale e per le profondità elevate è indispensabile un mulinello elettrico che abbia capacità decisamente superiori, di almeno 400 metri di multifibra e con regolazioni semplici ed immediate, con la possibilità di regolare rapidamente il carico della frizione, la profondità da raggiungere, ecc. Costano un occhio, però non se ne può fare a meno!
Monofili
In questo settore, negli ultimi anni, è stata presentata una novità che ha rivoluzionato il mondo del bolentino di profondità e della traina: il multifibre o dyneema. Questo innovativo materiale viene dal mondo velistico ed è utilizzato per cucire le vele e presenta caratteristiche eccezionali per questa specialità: alto carico di rottura con bassi diametri ed estrema rigidità. Per il bolentino costiero comunque, conviene utilizzare il tradizionale nylon con diametri variabili dallo Ø 0.35 allo Ø 0.50 per l’imbobinamento e dallo Ø0.25 allo Ø0.40 per i finali. Inutile dire che conviene acquistare prodotti specifici e assolutamente affidabili. Per le altre specialità, sia il nylon che il dacron hanno fatto il loro tempo e tutti si stanno orientando sul multifibre. Anche se il costo è elevato, permette di utilizzare mulinelli sensibilmente più piccoli contando comunque su 400-450 metri di capienza con un multifibre di Ø 0.34 con un carico di rottura di ca. 18 kg! Altro vantaggio è quello che un diametro così basso offre meno resistenza alla corrente e quindi viene deviato meno degli altri monofili utilizzabili, permettendo calate più precise e recuperi più agevoli. Inoltre la sua straordinaria rigidità ci permette di avvertire chiaramente le tocche del pesce anche a 200 mt. di profondità! Nel bolentino profondo vengono utilizzati anche terminali in treccia o monofilo di acciaio ricoperto quando si insidiano Spinaroli, Gattucci o Gronghi particolarmente corpulenti.
Ami
Per gli ami, valgono i soliti discorsi: robusti, affilatissimi e adatti alle esche che si adoperano. Anche le misure devono essere adeguate alle prede e all’innesco, arrivando alle misure 5/0 o superiori, nel bolentino di profondità.
Piombi
Per raggiungere la profondità voluta è d’obbligo utilizzare una zavorra. I piombi utilizzati nel bolentino sono di solito a pera e presentano già la girella inserita nel corpo del piombo stesso, per evitare inuti attorcigliamenti della lenza quando viene recuperata. Come grammatura, si parte dai 10 ai 150 gr. per il bolentino costiero, fino ad arrivare al chilo di peso e oltre in quello di profondità. Il guadino è un’attrezzo indispensabile per salpare le prede.
Accessori
Per la minuteria, dobbiamo prevedere un buon assortimento di girelle, adeguate alla specialità che dobbiamo praticare, perline fluorescenti e innesti rapidi se vi va di usarli. Non possono mancare in barca un guadino a bocca larga e un raffio per il recupero delle prede più grosse. Un tavolinetto per la preparazione delle esche e un sacco di iuta per la pastura (per la pesca a mezz’acqua) possono tornare senz’altro utili.